Ascanio Celestini in "Rumba"

Pubblicato il 19 settembre 2023 • Teatro

“Quante sono le stelle nel cielo? Così tante che non si possono contare. E poi ci sono quelle che non riesci a vedere. Quelle non le puoi contare. Per quelle ci vuole il cannocchiale. Allora le stelle nel cielo sono ancora di più. Così tante che non si possono contare e neanche vedere tutte quante.”
Il personaggio-narratore dello spettacolo entra in scena pronunciando queste parole. Cosa sono le stelle per lui? Sono la scienza e la conoscenza dell’universo? La fede? La fascinazione per la natura? O l’intuizione di un giullare, così si definiva Francesco, che ha cantato tutte le creature dal sole all’acqua, dalla cicala alla sorella morte corporale?
Francesco si chiama Giovanni. Nasce da una madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate. Così lo chiamano “francesco”, insomma un figlio francese che si legge tanti libri della letteratura cavalleresca. Diventa cavaliere o vorrebbe diventarlo, va in guerra, ma finisce in galera. Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra.
Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?

Informazioni: Teatro Boccaccio, Via del Castello 2 - Certaldo 0571 664778, www.multisalaboccaccio.it.


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