Piazza Boccaccio, il chiarimento dell'Amministrazione

Pubblicato il 11 gennaio 2024 • Opere

Lunedì su Il Fatto Quotidiano è uscito un articolo di Tomaso Montanari che parla dei “danni assurdi del PNRR” che è stato ripreso anche dalle testate locali. L’articolo in questione, per sostenere questa tesi, prende ad esempio il nuovo progetto di riqualificazione di Piazza Boccaccio a Certaldo ma contiene diverse inesattezze, che l'Amministrazione comunale tiene a chiarire una alla volta, anche per rispondere ad alcune polemiche sollevate in questi giorni.

“La piazza è bellissima com’è, cioè com’era già negli anni Ottanta dell’Ottocento. I sampietrini, i lecci e al centro la grande statua di Giovanni Boccaccio”. Ecco, molte immagini provano che fosse fatta di terra battuta in quel periodo e che i lecci non fossero presenti: i sampietrini e gli alberi sono infatti datati alla seconda metà del Novecento. Lo testimoniano le immagini presenti nel libro “San Tommaso dai cento anni ovvero a zonzo sul passato di Certaldo e dintorni” di Borghino Borghini a pagine 115, 138 e 232, che risalgono agli ultimi anni dell'Ottocento. Lo provano inoltre la fotografia del testo “Certaldo – Immagini nella memoria” a cura di Massimo Tosi a pagina 174, risalente agli inizi del Novecento, così come i numerosi scatti dell’archivio Bartalini del secondo dopoguerra. Non c’è pertanto nessuno “stravolgimento di una piazza ottocentesca perfettamente conservata”. La nuova piazza avrà una pavimentazione che mira a colmare lo spazio tra i palazzi con un complesso abbattimento dei dislivelli e delle barriere architettoniche, che renderanno quest'area più vivibile e fruibile per tutti.

Si dice nell’articolo che sarà “interrotta la storica via senese-romana”. Forse chi scrive non è mai stato in Piazza Boccaccio e forse non ha visto le strisce di asfalto poste davanti al municipio e alla chiesa, da un lato, e davanti alla funicolare, dall'altro. Lo invitiamo a Certaldo e, con l'occasione, a constatare con i propri occhi lo stato manutentivo dell'area. “Le strisce pavimentali di colore diverso e di materiale estraneo alla storia della piazza” hanno invece perfettamente senso, se si pensa che la porzione di pavimentazione centrale sarà realizzata in cotto, in continuum materico e cromatico con la facciata della Chiesa di San Tommaso.

È doveroso poi precisare che la modifica alla piazza non nasce in maniera casuale per una velleità dell'Amministrazione comunale, che non l’ha mai trattata "come se fosse una villetta arrivata in eredità", ma è un percorso lungo che parte addirittura prima delle ultime due legislature. Nasce infatti nel 2013 quando il Comune promosse "Certaldo che vorrei", un concorso di idee rivolto ai progettisti per chiedere loro come si immaginavano la città. Quando l'attuale Amministrazione ha fatto la gara per il progetto di riqualificazione di Piazza Boccaccio ha inserito proprio i tre progetti selezionati in quell'occasione tra i materiali di riferimento. Il progetto finale, valutato prima dalla commissione tecnica, è stato a quel punto sottoposto al percorso di partecipazione "Da Piazza a Piazza", aperto a tutta la cittadinanza e composto da svariati incontri e momenti di ascolto. È in questa fase che sono state decise le modifiche, non grazie a una "sommossa popolare" come sostiene Montanari. Si parla di questo tema quasi da dieci anni, è un po' anacronistico che studiosi cittadini se ne preoccupino solo ora a cose fatte, per l'appunto a ridosso delle elezioni. Forse sarebbe il caso che certe personalità si occupassero sempre di Certaldo, se davvero gli vogliono bene.

Inoltre soltanto gli alberi malati verranno eliminati e sostituiti con due alberi di nuovo impianto, riposizionati in modo da mantenere l’armonia del disegno generale. Oltre a questi, saranno inserite aiuole che dagli alberi si dipaneranno verso l’interno della piazza.

A proposito del PNRR, è bene ricordare che non ci hanno assegnato per caso 2 milioni di euro che non sapevamo come spendere. Quei milioni di euro ci sono stati assegnati sulla base della presentazione di questo progetto specifico. Ringraziamo per l’invito a fare “quel che davvero ci servirebbe (dagli asili nido agli studentati)”, ma ci abbiamo già pensato, tanto che nei finanziamenti ottenuti grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rientrano anche l’asilo nido, parte della Casa di Comunità, la riqualificazione degli ex-hangar che andranno a creare nuovi spazi per attività soprattutto per i più giovani.

Invitiamo infine ad utilizzare il termine "fascismo" dove davvero c'è bisogno, visti i tempi che viviamo e le pericolose rievocazioni sotto gli occhi di tutti. In un momento come questo, fare un parallelismo tra il fascismo e un finanziamento vinto in maniera regolare, con la presentazione di un progetto per la comunità, è strumentale oltre che offensivo per un'Amministrazione che non solo si è sempre detta antifascista, ma che da sempre lo ha dimostrato.

in allegato la foto dell'Archivio fotografico Bartalini, risalente al dopoguerra


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